2 anni (ed una settimana) di calcio turco

Due anni (ed una settimana) fa, calcioturco vedeva la luce. Come blog, sito, unico punto di riferimento verso un campionato ed un mondo che non aveva (e in parte, tuttora, non ha) abbastanza risonanza mediatica e viene sistematicamente ignorato.

In due anni sono cambiate tante cose, ma sicuramente non la passione che ha portato me, Giovanni (Sala) e Luca (Grandin) verso il futbol della Mezzaluna, verso quelle atmosfere uniche e irripetibili che non soltanto Gala, Fener, BJK, ma anche tutte le altre squadre turche ci hanno trasmesso. Abbiamo imparato, soprattutto in questi giorni, quanto siano forti ancora adesso i pregiudizi nei confronti di un paese che non è mai stato compreso a fondo dai media internazionali, in primis quelli italiani. Tuttavia, anche solo aver portato un’altra prospettiva, senz’altro diversa rispetto a tutto ciò che ogni giorno transita da social network e agenzie stampa, è motivo di enorme soddisfazione. Portare il messaggio giusto, cercare di far comprendere una realtà complessa ma allo stesso tempo genuina e ricca di sfumature: sì, non si tratta soltanto di calcio, soprattutto in questi giorni. Il futbol turco è così, e non smetteremo facilmente di seguirlo e raccontarlo.

Continueremo così, come voce alternativa. Nell’attesa della nostra egoistica mission impossible, ovvero che le televisioni si accorgano delle (bellissime) reti di Wesley Sneijder, delle promettenti falcate di Ozan Tufan e dei recenti capolavori di Oğuzhan Özyakup, restiamo in costante osservazione delle realtà di quel mosaico che è l’Anatolia, bellissima, misteriosa e sfuggente, come sempre. Le soddisfazioni che calcioturco come blog ci ha saputo regalare, anche nei progetti personali, non erano minimamente pronosticabili due anni (ed una settimana) fa. 19 novembre 2013, quando in un pomeriggio libero da impegni scelsi di raccontare quello che vedevo: ma non solo, anche i profumi che avevo sentito a Istanbul, così diversi e spiazzanti rispetto ai piatti racconti dei media, talvolta intrisi di odio e mistificazione. Io non trovai nulla di tutto ciò, piuttosto quell’entusiasmo che si percepisce subito, nelle strade, di un popolo che vive e corre per il futbol.

Il calcio in Turchia è questione di territorio, l’ho potuto rivivere (anche grazie ai ragazzi di MondoFutbol che hanno creduto in me) a Smirne, poche settimane fa. Ed è lì che ho ritrovato tutti i motivi che mi hanno spinto a creare questo spazio, in cui va in scena qualcosa di diverso. In cui, attraverso il futbol, si racconta anche una Turchia diversa, ma così simile ai racconti provenienti dai campi di calcio delle nostre parti. Giovanni (Sala) mi ha accompagnato fin dalle prime battute, arrivando a scoprire e a raccontare quelle battaglie della 1.Lig, la seconda divisione. Io ho avuto la fortuna di vederne una dal vivo, ma alla prossima con me non mancherà anche chi le ha raccontate per così tanto tempo. Il lavoro sulle divise da gioco, che sono sì un motivo sufficiente per seguire la Süper Lig e la 1.Lig: Seconda Pelle va avanti, ed è forse una delle realtà più belle dell’intero sito da ormai quasi due anni.

Poi un anno fa successe qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Avevamo visto, io e Giovanni, che sui social network iniziava ad interagire più gente, qualcuno s’interessava davvero al campionato. E poi c’era chi, come noi, lo seguiva dall’inizio. Abbiamo conosciuto Luca (Grandin) grazie al futbol, quello turco, quello che pensavo non seguisse davvero nessuno. Con Nobili decadute ed ora Storie di club ho letto dei bellissimi pezzi, un piccolo patrimonio che posso sfogliare quando voglio, e che posso vantarmi di aver creato. Ora l’avventura va avanti da 2 anni. Ed una settimana, in cui ho faticato a trovare le parole per far(ci) gli auguri. Ora andiamo avanti, e ci mancherebbe altro, sempre seguendo dove si gioca il futbol. Senza l’accento, come si scrive in Turchia.

Bruno Bottaro - fondatore e direttore (qualcuno mi ha addirittura definito così) di calcioturco.com

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