Turchia-Croazia 1-0: riaperto il girone

Una sconfitta e una vittoria: questo il bilancio degli ultimi 7 giorni, i primi sotto la guida di Mircea Lucescu per la Nazionale turca.

La Croazia non è un avversario facile e ce lo ricordiamo bene da Euro 2016 e dalla sfida del Maksimir di Zagabria, finita 1-1 con grande sofferenza da parte delle maglie rosse. Oggi la musica è simile: impossibile non faticare contro un centrocampo dinamico e veloce come quello biancorosso. La squadra di Cacic muove bene il pallone e prende subito il pallino del gioco, facendo venire gli incubi a una Turchia reduce da un KO pesante contro l’Ucraina per 2-0. I fantasmi della sfida contro i ragazzi di Shevchenko si materializzano nel momento in cui il pallone tocca il braccio di Yilmaz e il palo nell’area di Eskişehir. Ma l’arbitro non fischia e i turchi tirano un sospiro di sollievo, finalmente sbloccandosi dal punto di vista del gioco (il 4-2-2-2 di Lucescu concede a centrocampo ma si dimostra più solido del previsto). Arda Turan e Hakan Çalhanoğlu prendono confidenza e iniziano a mostrarsi come i più importanti collanti tra i reparti del campo, e la Turchia porta a casa il primo tempo sullo 0-0.

Servono però 3 punti per avere ancora fiducia nel Mondiale. E Lucescu gestisce bene le sue mosse a disposizione. Aspetta 70 minuti per giocarsi la carta Emre Mor, che dà dinamismo nel momento giusto del match. È lì che i turchi trovano la rete del vantaggio, favorita anche da un errore di Subasic nella respinta del tiro di Özyakup. La mette, da pochi passi, Cenk Tosun con un destro potente e preciso. Esplode di gioia lo Yeni Atatürk e inizia il forcing offensivo di una Croazia forse migliore dal punto di vista tecnico, ma troppo poco cinica davanti alla porta. Finisce 1-0, un risultato meritato per quanto le squadre siano state equilibrate. La differenza l’ha fatta anche l’encomiabile pubblico di casa, mai stanco. Spettacolare l’apporto musicale dei Bando EsEs, un gruppo che meriterebbe considerazione diversa anche fuori dai confini nazionali della Turchia. E ora? Servono altre due vittorie, contro Islanda (in casa) e Finlandia (fuori). Due partite impegnative, come dimostra appunto la sconfitta islandese in terra lappone, tutt’altro che pronosticata alla vigilia. Anche battere i guerrieri vichinghi sarà un’impresa. Ci sono 4 squadre in 2 punti, e la Mezzaluna è forse quella messa peggio. Ma Lucescu ci crede, e noi abbiamo l’obbligo di seguirlo in questa dolce illusione.

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